Negli ultimi anni, il profilo del viaggiatore cinese è cambiato profondamente. Sempre più digitalmente connesso e attento alla qualità dell’esperienza, il turista cinese non si limita più a itinerari convenzionali o allo shopping di marca. Viaggia per rilassarsi, per scoprire nuove culture, esplorare tradizioni locali e vivere esperienze autentiche, spesso legate alla gastronomia e al benessere.
Benvenuti in una nuova era del turismo, dove a guidare le scelte sono sostenibilità, sicurezza e un pizzico di ispirazione digitale su piattaforme come Xiaohongshu.
Secondo il report di Dragon Trail International di aprile 2025, il 75% dei viaggiatori cinesi è già stato o ha già pianificato viaggi all’estero quest’anno, rappresentando un aumento del 12% rispetto al 2024. I dati mostrano che le destinazioni più popolari rimanendo nel continente asiatico per le festività cinesi o festival nazionali sono il Giappone, la Corea del Sud e Singapore. Ciononostante anche l’Europa e l’Oceania crescono in popolarità.
Ma cosa attira e porta i viaggiatori cinesi a prenotare? I must-have principali sono la sicurezza (41%), il cibo (23%), gli hotel (21%) e le attrazioni (14%). Pertanto, si può scegliere una destinazione per un ristorante stellato o qualsiasi altra esperienza condivisa sui social… ma se non è percepita come sicura, il biglietto resta nel carrello.
Secondo il report, Hong Kong al 92% e Singapore al 79% guidano la classifica della fiducia, seguite da Svizzera, Australia e Maldive. E le brutte notizie? Thailandia e Cambogia sono percepite come insicure dal 51% e 58% dei rispondenti. Ma cosa rende una meta “sicura” agli occhi dei viaggiatori cinesi? Secondo il report, contano le valutazioni ufficiali, la presenza di strutture sanitarie affidabili, e, sorpresa, i racconti rassicuranti di altri turisti sui social.
Non è solo questione di geopolitica: è narrazione digitale applicata al passaporto. Ovviamente tra le piattaforme più usate per l’ispirazione troviamo Xiaohongshu, Douyin e Weibo, mentre per le prenotazioni avviene tutto tramite Ctrip, Qunar o Meituan.
Ma cosa intendono i cinesi per “viaggio sostenibile”? Spoiler: non solo CO₂. Più della metà degli intervistati associa la sostenibilità alla protezione culturale e al rispetto delle tradizioni locali, più che alla riduzione della CO₂. In pratica? Meno greenwashing, più autenticità. Tuttavia, solo il 15% pratica regolarmente un turismo sostenibile, mentre il 40% è incuriosito ma ancora fermo ai blocchi di partenza. Perché? Mancano indicazioni chiare su cosa sia davvero “sostenibile”, i prodotti eco-friendly sono spesso difficili da trovare e l’offerta, quando c’è, è poco visibile o troppo costosa.
Serve una narrazione più coinvolgente, ma anche concreta: le agenzie di viaggio possono, e devono, fare la differenza. Come? Rendendo le opzioni sostenibili più accattivanti, più varie, più premianti, magari con sconti o incentivi, e introducendo etichette chiare che certifichino le scelte responsabili. I dati mostrano che circa il 70% dei viaggiatori è disposto a pagare un sovrapprezzo, a condizione che la sostenibilità del prodotto o servizio sia autentica e comunicata in modo chiaro ed efficace.
Per i giovani viaggiatori cinesi, il vero lusso oggi non è un hotel a cinque stelle, ma un’esperienza che non si può trovare su TikTok. Secondo il report Trip.com “Momentum 2025”, Gen Z e millennial cercano viaggi autentici. Festival gastronomici nascosti, templi esclusivi, ed esperienze culturali che sfuggono ai riflettori social. Il food è protagonista: il 60% cerca contenuti culinari e preferisce street food tour, cene tematiche o lezioni di cucina. Anche il cinema influenza le mete, con il 70% dei turisti che pianifica i viaggi in base a film o serie TV, trasformando città come Tokyo e Seoul in hub del turismo pop. I social? Restano centrali, ma cambia il focus: meno ostentazione, più autenticità. In questo scenario, agenzie di viaggio devono evolvere da semplici fornitori, a veri curatori culturali, capaci di offrire esperienze su misura e significative.
Ma se i giovani cercano esperienze uniche da raccontare, i pensionati cinesi, stanno conquistando silenziosamente il mercato del travel marketing, con prenotazioni da parte dei viaggiatori over 50 cresciute del 60%. Risulta inoltre una predilezione per mete asiatiche familiari e sistemazioni a quattro o cinque stelle. Meno fretta, più qualità. E grazie alla flessibilità di viaggiare fuori stagione, i silver hair stanno riscrivendo le regole della stagionalità turistica. Le agenzie di viaggio cinesi si stanno già adattando al boom dei viaggiatori senior. Per esempio, Ctrip ha lanciato il programma “Old Friends Club” con esperienze su misura per over 50, mentre China Trust Travel ha introdotto l’“Oxygen Train”, un tour deluxe di 15 giorni tra Qinghai, Gansu e Tibet pensato per i viaggiatori più maturi in cerca di comfort e autenticità.
Quindi, mentre la Gen Z esplora il mondo per scoprirsi, i senior lo fanno per goderselo. Entrambi, però, pongono una nuova sfida ai brand: personalizzare l’esperienza!